Le arti marziali cinesi sono piuttosto realistiche, nella loro divisione di praticanti. Come ogni cosa antica non fuorviata da storici preda di stereotipi di genere, chiunque può praticare qualsiasi stile, ed utilizzare qualsiasi arma. Del resto nei tempi preistorici la sopravvivenza era così difficile che fermare qualcuno dall’usare efficacemente un proprio talento sarebbe stata non solo follia, ma addirittura suicida.
Con il progredire della società e diventato sempre più facile precludere attività a persone, sulla base di convenzioni e superstizioni. Ma le arti marziali cinesi sono rimaste libere molto a lungo: vi sono sempre stati stili magari più adatti a chi piccolo di fisico, come lo stile della Mantide, o a chi più elastico, come lo stile del Serpente (e quindi con una maggioranza di praticanti afab, data una generale genetica che favorisce l’elasticità), ma lì le distinzioni sono finite.
Rivoluzioni industriali, globalizzazione, condizioni di vita così favorevoli da potersi permettere di fare sport e gare mondiali: le olimpiadi fanno diversi esperimenti, quali mettere nelle stesse categorie afab e amaf (nati di genere femminile e nati di genere maschile) a gareggiare tutti insieme in competizioni come sparo o altro non influenzato dal peso dei partecipanti.
Risultato? Le persone afab (i nati di genere femminile) vincevano.
La rigida divisione di generi attualmente vista come normale in TUTTE le discipline deriva dalla decisione del comitato olimpico di allora di proteggere le medaglie “dei veri sportivi”, gli amab.
E ecco che anche le arti marziali cinesi non solo finiscono in tale trappola, ma persino le gare di forme (taolu) vengono non solo divise per generi, ma lo stesso insegnamento di stili viene diviso per mode.
Attualmente solo le persone afab possono gareggiare nel taiji ad alto livello, e lo stile della tigre è aperto solo alle persone amab.
La Palestra Arti Marziali PeaceMaker insegna prevalentemente lo stile della tigre, o comunque Nanquan, gli stili del sud, globalmente tra i pochi stili ad essere considerati prettamente maschili e che nelle competizioni hanno solo categorie maschili.
Vero che lo stile della tigre si basa sulla muscolatura del plesso solare o della parte superiore del corpo in genere, e che ha un’espressione considerata tipicamente maschile.
Ma è il momento di tornare alle origini e togliere distinzioni di genere in tutte le competizioni, comprese quelle dove è importante il peso, unica vera distinzione da fare nelle competizioni sportive.
The First Imperium’s Cup, la prima gara di arti marziali cinesi della provincia di Imperia non ha appunto distinzioni di genere: perché da qualcuno il cambiamento deve partire.
– Articolo di Lorenzo Ubaldo Biscaglia Giancola